Ho iniziato il 2022 con un traguardo importante. Sono lieto di annunciare che ora sono membro dell’AITI, Associazione Italiana dei Traduttori e Interpreti.

Cosa significa in soldoni per i miei clienti?

Vuol dire che ho dovuto dimostrare di essere effettivamente un traduttore, attraverso un’esperienza documentata attestante la pratica della professione e titoli accademici e altri certificati che, difatti, certificano l’esercizio del lavoro professionale come traduttore e interprete. I membri sono quindi certificati come veri traduttori, e non solo. Aderiscono anche un rigido codice deontologico e di condotta, i cui principi impongono doveri e responsabilità precisi nello svolgimento del proprio lavoro, nel pieno rispetto di elevati standard di riservatezza, indipendenza, lealtà, correttezza e competenza, per citarne soltanto alcuni.

Ecco il testo completo del codice deontologico e di condotta approvato e sottoscritto dall’AITI.

Perché ho aderito all’AITI solo adesso?

Nonostante lavori come traduttore dal lontano 2007, e in seguito anche come interprete, e dal 2012 come freelance a tempo pieno come traduttore, per molto tempo ho esitato a fare domanda per un’associazione di categoria. Non ero convinto dei benefici di una tale adesione. Una volta che mi son deciso, ho rimandato diverse volte la presentazione della domanda, ahimè, per mancanza di tempo.

Perché AITI?

In effetti, AITI offre tutta una gamma di servizi ai suoi soci. Inoltre, rappresenta un interlocutore privilegiato nel panorama delle associazioni di categoria, sempre aggiornatissima sulle novità normative e fiscali, supportando i suoi membri in diverse fasi del loro lavoro. Mette a disposizione anche un ampio ventaglio di corsi e formazioni, di altissimo livello, nell’ottica di permettere ai traduttori e traduttrici la continua formazione. Tutto questo ha un forte impatto sulla qualità del mio lavoro, sul mio esercizio professionale e il mio rapporto con colleghe e colleghi.